E’ innegabile che il formato più popolare dell’ultimo mese (e più) è stato l’Historic.
Ovviamente questa popolarità non è casuale ma dovuta a due fattori principali:
– uno Standard non all’altezza che, oltre ad essere vicino al suo rinnovo grazie alla rotazione, non ha rappresentato un formato divertente per molti ed è stato oggetto di numerosi e ripetuti ban.
– la presenza di eventi importanti legati al formato Historic (Mythic Invitational e relativo Qualifier di settembre) che hanno polarizzato l’attenzione di Pro e non pro.
– la release di Amonkhet Remastered che ha permesso a molti di esplorare nuovi archetipi.
Ciononostante non sono mancate divergenze di opinione tra i giocatori, soprattutto sulla questione “Historic formato vero o no”.
Il formato di Schrödinger
Quando un formato è “vero” o no e perché si mette in dubbio la sua importanza?
La prima cosa da prendere in considerazione che è l’Historic è fondamentalmente un formato “artificiale”.
Nel senso che, al contrario di altri formati, non ha un vera e propria cronologia lineare di espansioni che si sono susseguite nel tempo.
Parte del pool di carte disponibili, le cosiddette Historic Anthology, è stata aggiunta periodicamente e arbitrariamente sulla base di criteri conosciuti solo alla WOTC.
Inoltre alcune carte aggiunte con l’espansione Jump Start (che scorrazzano libere in Historic, vedi Muxus, Goblin Grandee) in realtà erano state pensate per essere legali solo in Legacy, Vintage e Commander.
Nonostante sia palese che queste operazioni siano state fatte per spingere l’interesse, e quindi l’uso di risorse, verso questo formato e che alcune critiche siano legittime, penso ci debba arrendere al fatto che questo formato sia diventato “vero”.
A mio parere lo è diventato nel momento in cui sono stati indetti eventi competitivi (non solo la ladder) con prize pool e presenze importanti che in qualche modo giustificano l’investimento in termini di tempo e risorse.
O meglio, nell’ultimo mese è stato così, vedremo in futuro.
Intelligenza Artificiale
Prima ho descritto Historic come un formato “artificiale” spiegandone il motivo e questo potrebbe portare a pensare che alla base delle scelte operate dai game designer ci sia il desiderio di creare un formato vario e bilanciato.
Questo obiettivo è stato raggiunto?
Qualche giorno fa ho creato un sondaggio sul gruppo e questa è stato il risultato:
L’opinione generale sembra dire di si.
Tuttavia, alla luce dei risultati degli ultimi eventi importanti (Mythic Invitational e Qualifier), la mia opinione è leggermente diversa.
C’è da sottolineare che la maggior parte dell’esperienza dei giocatori proviene soprattutto dalla Ladder, luogo dove ovviamente non tutti giocano per arrivare in top Mythic ma, anzi, spesso è luogo di test e di mazzi non tier giocati per il puro gusto di farlo.
Cosa succede però quando il gioco si fa duro?
Mythic Invitational e Qualifier
Possiamo dire che le scelte dei competitor è stata abbastanza polarizzata su alcuni archetipi specifici: MonoR/Rakdos Goblin, Jund e Sultai Mid.
Anche la top 8 ha rispecchiato in parte il field, con in aggiunta la presenza di MonoB Gift e del Rakdos Arcanist pilotato da Salvatto.
Andando inoltre a dare un sguardo alle deck list vincenti del Qualifier Weekend possiamo notare la presenza di:
– 12 Jund (tra Sac e Citadel)
– 4 Sultai Mid
– 2 Azorius Control
– 1 Azorius Auras
– 1 MonoR Goblin
– 1 Rakdos Arcanist
Il formato sembra ancora così bilanciato?
Pioneer è già tra noi?
Chi come me a seguito la diretta del Mythic Invitational sicuramente non ha potuto fare a meno di notare almeno due cose: che lo spettacolo offerto è stato sicuramente di altissimo livello (sia che il formato piaccia o meno) e che alcuni deck sembravano semplicemente su un altro livello rispetto a quello dell’avversario.
In particolare mi riferisco a Jund, a Rakdos Arcanist e, in piccola parte, a Goblin.
Più di una volta mi sono ritrovare a pensare tra me e me “questi deck sembra arrivare da un altro formato”.
Poi sono andato a controllare mtggoldifish.
Come potrete notare, le decklist sono quasi uguali.
Tolte le carte non legali in Historic, il gameplan e la strutture sono pressoché identiche.
Anche Goblin ha la sua controparte, però addirittura in legacy.
Ovviamente per Goblin il discorso è un po’ diverso, potendo approfittare di carte dal power level offerto dal formato, ma anche qui la struttura è molto simile.
Il problema principale di Goblin è stata la sua parziale inconsistenza dovuta al fattore random di Muxus e alla debolezza nei confronti degli archetipi Sacrifice, entrambi fattori che non hanno fatto rispettare la proporzione tra presenza sul field e top 8 dell’Invitational.
Il quadro che ne esce fuori, a mio parere, non offre un visione così bilanciata del formato.
Nonostante il formato Historic offra un pool di carte di tutto rispetto, il power level delle carte (quando si parla di eventi competitivi, non di ladder) sembra spingere in poche direzioni.
A parte i deck sopracitati, l’altra scelta rimasta ricade su Sultai Midrange che comunque (se non sei Seth Mainfield e non hai una buona dose di fortuna) non sembra tenere il passo e, anzi, rischia di fornire altra value ai vari Jund e a Rakdos in quanto le sue win condition (Uro, Hydroid Krasis e le terre di Nissa) possono essere usate contro di lui grazie a Claim the Firstborn.
L’archetipo Control poi sembra non esistere se non piegando la build a scelte che rispecchiano la sue debolezze: entrambi gli Azorius vincenti al qualifier giocano di main 2 Grafdigger's Cage.
Questo ricorda un po’ quando si giocavano di main Leyline of the Void contro Hogaak in Modern o Noxious Grasp contro Oko.
La mia considerazione finale su questa stagione Historic che si va chiudere è che sembra necessario l’inserimento di strumenti per gli altri archetipi che permettano più varietà del formato quando si parla di competitivo.
Non resta che aspettare cosa succederà con il rilascio di Zendikar Rising e con la nuova Historic Anthology prevista per l’inizio del prossimo anno.