Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Aria di guerra

Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Aria di guerra

“La guerra tra Xantcha e Phyrexia non è definibile un conflitto vero e proprio, ma ha tutti i canoni di uno scontro di volontà e idee. Da un lato, la macchina-piano dell’Ineffabile, un meccanismo perfezionato per millenni. Dall’altro, una creatura orgogliosa dei suoi difetti e delle sue imperfezioni, più umana degli umani stessi.” –Lyak, Tessisapere di Vithia

In questo episodio

Dopo aver fatto una scoperta sensazionale, Xantcha decide di affrontare Phyrexia dichiarando guerra all’Ineffabile.

Risorse per la guerra futura

Grazie all’ausilio degli Ambulatori[1], gli Evasivi e le loro squadre viaggiavano di piano in piano alla ricerca di risorse ed artefatti. Ben presto, però, Xantcha capì che quella che era stata presentata loro come una gloriosa missione, era un lavoro peggiore di quelli che aveva svolto su Phyrexia. L’illuminazione arrivò, dopo una missione particolarmente fruttuosa, quando Xantcha venne premiata assieme a tutta la sua squadra.

Agli occhi degli altri phyrexiani, tuttavia, la presenza di un newt tra le fila dei completati[2] era quasi un insulto. Una volta lontani dagli occhi dei sacerdoti della Quarta Sfera, quindi, i completati fecero del loro meglio per tormentare l’esistenza di Xantcha.

Ciononostante, la newt aveva trovato uno scopo nella vita. Xantcha provava orgoglio nello studiare gli artefatti e scoprire come usarli per rivoluzionare l’esistenza dei phyrexiani. Sua fu la scoperta di un nuovo metodo per dare la carica agli artefatti non senzienti[3] e presto divenne talmente importante da guadagnarsi un nuovo nome, Orman’huzra, assieme alla convinzione di essere praticamente intoccabile.

Guerra o pace? Il dilemma di Xantcha

Questo, fino al giorno in cui Xantcha trovò un artefatto innocuo su un piano sconosciuto. Era un oggetto strano che usava l’energia del sole, del vento e dell’acqua per rilasciare musiche e luci meravigliose per gli occhi e le orecchie della newt. Pensando di poter dare ordini, Xantcha decretò che l’artefatto non venisse portato su Phyrexia, finendo però per essere picchiata a sangue dalla sua stessa squadra. I membri di quest’ultima distrussero poi l’artefatto e riferirono ai sacerdoti della Prima Sfera che a causa della newt avevano perso un artefatto in grado di ridurre interi mondi in polvere.

Dopo quell’evento, Xantcha dichiarò guerra a Phyrexia, assicurandosi di distruggere, perdere o sabotare quasi ogni artefatto che trovava. Questo atteggiamento destò qualche sospetto, ma i sacerdoti della Prima Sfera ignoravano. Per secoli, Xantcha proseguì nelle sue azioni, sognando il momento in cui avrebbe potuto fuggire per sempre da quella “vita”.

Trentadue mondi più tardi, nel VI secolo AR, Orman’huzra/Xantcha avrebbe trovato l’occasione di ribellarsi apertamente. Quando l’ambulatore la scaricò sul mondo dove la aspettava la sua nuova squadra, Xantcha si accorse subito di avere un’occasione più unica che rara per potersi finalmente liberare del controllo di Phyrexia. Gli altri phyrexiani avevano infatti rinvenuto diversi artefatti molto particolari, simili a statue insettoidi, che Orman’huzra/Xantcha era certa di poter rivoltare contro i suoi compagni.

La fine di Orman’huzra

Dopo un lavoro lungo e faticoso, Xantcha fu finalmente pronta a mettere in atto la sua vendetta. Avrebbe risvegliato gli artefatti all’insaputa dei suoi compagni, chiedendo poi a questi ultimi di legarli. In questo modo, gli artefatti avrebbero reagito, massacrando gran parte della squadra. Xantcha era certa di poter sfruttare l’attacco e la pioggia di quel piano per eliminare anche il resto dei suoi compagni, per poi spedire gli artefatti su Phyrexia, laddove avrebbero continuato la loro strage.

Purtroppo, le cose non andarono come previsto. In un momento in cui Xantcha era distratta, assente o semplicemente lontana dagli artefatti, gli altri phyrexiani si erano avventurati nel sito dello scavo. A sua insaputa, avevano toccato gli artefatti, scoprendoli però attivi e pronti al massacro. Senza Xantcha a supportare i costrutti, i phyrexiani reagirono prontamente, limitando il numero delle vittime.

Quando Xantcha si accorse dell’accaduto, era ormai troppo tardi. Il capo della squadra, il sacerdote-cercatore, le ordinò di scavare una fossa, una prigione nella quale sarebbe rimasta sepolta viva per un tempo non specificato.

D’improvviso, mentre il sacerdote frustava la newt con una delle antenne dei guerrieri insettoidi, qualcosa interruppe il suo funesto lavoro. Una tempesta comparve dal nulla, distruggendo i phyrexiani radunati per assistere alla punizione di Xantcha ma risparmiando la newt, che comunque, non era nelle condizioni di rimanere cosciente.


[1] Magnifici strumenti che letteralmente aprivano portali a caso nel Multiverso, potenzialmente anche su piani già visitati, in quanto Phyrexia non aveva bisogno di sapere dove stesse mandando le sue truppe. Phyrexia è nata su Dominaria, su Dominaria ha commesso le atrocità più note, e su Dominaria ha trovato la sua più grande sconfitta, ma Phyrexia non è stata solo Dominaria. Phyrexia fagocitava ogni piano esistente, ogni tecnologia, ogni risorsa e la convertiva al suo scopo: l’eternità di un’esistenza infinita.

[2] Non sapevo come scriverlo meglio, quindi, per fare chiarezza, uso le note. Xantcha non venne mai completata. Non era minimamente concepibile che potesse ricevere un tale onore, perché il suo fisico completamente organico non avrebbe retto neppure la trasformazione. Durante la cerimonia di “avanzamento” e per il periodo successivo, indossò quindi mantello e una maschera priva di lineamenti per sembrare un phyrexiano completato. Questo non piacque ai phyrexiani davvero completati della sua squadra, che si sentirono quasi insultati.

[3] Cavi e strane pietre dello stesso colore del sangue. Secondo alcuni storici, potrebbero essere arrivati fino ad un giacimento di Sangrite Alarano.

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Episodio precedente: Phyrexia: storia di un incubo meccanico. La nuova esistenza di Xantcha
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