Phyrexia: storia di un incubo meccanico. La guerra dei Vulshok

Phyrexia: storia di un incubo meccanico. La guerra dei Vulshok

“Non sappiamo molto di come i vulshok come Koth vivessero prima della Guerra dei Livellatori, ma è probabile che anche loro abbiano subito l’attacco da parte dei mostri meccanici di Memnarch, seppure indirettamente. L’ultimo baluardo dei seguaci di Glissa durante la Guerra furono proprio le montagne di Oxidda, ed è quindi logico pensare che l’esercito di Memnarch abbia attaccato i villaggi dei vulshok nel tentativo di distruggere l’elfa e i suoi alleati, scontrandosi con la scarsa accoglienza degli umani delle montagne e saggiando la potenza delle loro magie del fuoco e delle loro armi.” –Lyak, Tessisapere di Vithia

In questo episodio

Dopo la Scomparsa, i vulshok della Catena di Oxidda trasformano radicalmente la loro società, scatenando una guerra civile tribale.

La nascita delle tribù vulshok

Dopo la Scomparsa, i già estremamente chiusi vulshok, gli umani della Catena di Oxidda, si chiusero ulteriormente in loro stessi, isolandosi in sei tribù che svilupparono un rapporto di interdipendenza, in modo tale da fronteggiare la costante ed imprevedibile crescita demografica dei goblin. L’importanza delle tribù era tale, che da un certo punto in poi (probabilmente già pochi anni dopo la Scomparsa, o al più tardi una generazione dopo) i vulshok abbandonarono l’uso dei cognomi, e decisero che dopo il nome proprio scelto dai genitori, ogni nuovo nato avrebbe posseduto un secondo nome facente riferimento alla tribù di origine.

È plausibile ritenere che questa pratica fosse legata alla tendenza dei vulshok a rinnegare tutti quei legami considerati poco stabili, esattamente come si era rivelata essere la famiglia in quegli anni così duri. La tribù non si estingue altrettanto facilmente, ed è quindi più duratura. Sia chiaro: non è che in passato, prima della Scomparsa, i vulshok non fossero arrivati a questo ragionamento. Semplicemente la situazione era diversa. Un vulshok dei tempi di Memnarch viveva in anni più semplici, in cui le minacce alla vita in montagna erano perfettamente visibili e, seppure non sempre sconfiggibili, perlomeno erano rallentabili o aggirabili.

Tuttavia, la Scomparsa fu un evento tanto imprevisto ed improvviso, che molti di quelli che avevano osservato sparire nel nulla i propri cari, probabilmente vissero il resto della loro vita nel terrore che potesse accadere nuovamente un evento del genere. Da qui, nacque dunque l’idea di espandere i legami di affetto all’intera tribù di origine, in modo da garantire ai giovani un supporto maggiore di quello che loro avevano avuto. Per più di un secolo, le sei tribù dei vulshok vissero in pace tra loro, dividendosi equamente i prodotti della terra.

Le origini della guerra civile vulshok

. Poi, tutto cambiò quando la Tribù Incudine si accorse che qualcosa nei fiumi di metallo fuso di Oxidda non andava. I prodotti delle fucine dell’Incudine risultavano inconsistenti, spugnosi, fragili e ricchi di scorie (risultato della “contaminazione” dell’Olio Scintillante), e ben presto cominciarono a fioccare sospetti, paranoie e false notizie.

Si disse che gli Incudine volevano tenere tutto il metallo migliore per sé stessi, accumulandolo in nascondigli segreti per poi raffinarlo e allearsi con i nomadi della tribù Scudo per distruggere le altre quattro tribù dall’interno. Poi gli Elmo, che più di ogni altra tribù facevano uso della diplomazia, si misero in mezzo per cercare di mantenere la pace. Questo fu visto dai Lancia, i più suscettibili ed irritabili, come un atto di guerra, una presa di posizione in difesa degli approfittatori dell’Incudine.

I Martello, la tribù composta per la maggior parte da geomanti, decise inizialmente di fare a meno del lavoro degli Incudine, ma presto si rese conto che effettivamente i problemi riscontrati dai fabbri erano reali e preoccupanti, e si schierò dalla parte della Tribù Incudine. A supporto dei Lancia, intervennero i membri dell’arrogante Tribù Spada, che si convinsero di poter fare un lavoro migliore di quello degli Incudine grazie alla loro magia del fuoco.

Dal canto loro, Scudo e Incudine ribatterono alle accuse, e probabilmente per i primi tempi si riuscì ad evitare la guerra aperta. Con il proseguire della Crisi del Metallo Fuso, però, i vulshok di tutte le tribù, senza lavoro né scopo nella vita, imbracciarono le armi, e lasciarono che le tensioni esplodessero nella prima guerra civile della loro storia.

Koth, l’eroe dei Vulshok

La guerra proseguì per diversi anni, finché un giovane geomante della Tribù Martello, tale Koth, non si presentò alla Incudine affermando di poter purificare il metallo fuso corrotto. Koth non era in grado di risolvere il problema alla radice, ma avrebbe fatto del suo meglio per limitare i danni, purificando di volta in volta le quantità di metallo fuso necessarie alla vita di tutti i giorni. È probabile che Koth abbia anche imparato questa pratica di purificazione su un altro piano, ed abbia poi insegnato ad altri geomanti come purificare il metallo fuso. Indagando poi sulla radice del problema, Koth si è spinto fino al Livello Fornace di Mirrodin, attraversando la Lacuna Rossa per ritrovarsi nel territorio di Urabrask. Fino all’Avvento di Nuova Phyrexia, i vulshok continuarono a litigare per il possesso delle conoscenze di Koth, ma grazie al planeswalker, il pericolo di una seconda guerra civile era stato scampato.

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Approfondimento su La Città delle Ombre: Sintetizzando Innistrad, capitolo 2: la Tomba Infernale
Episodio precedente: Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Geth alla riscossa
Prossimo Episodio: Martedì 15 ottobre

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