“Nessuno sa quando sia iniziata la lunga storia di semi-schiavitù della popolazione umana del Mar di Mercurio, i neurok. Sappiamo però cosa li abbia spinti ad incontrarsi e scontrarsi con i vedalken: il Siero di Lampidotteri. Almeno due generazioni di neurok combatterono battaglie coraggiose contro i vedalken, ribellandosi ad un sistema che li sfruttava e li considerava alla stregua di bestie incapaci di formare pensieri anche solo un minimo razionali. Tutto, per ottenere la risorsa più importante di Mirrodin: quel Siero che era sinonimo di libertà.” –Lyak, Tessisapere di Vithia
In questo episodio
Mentre i vedalken si chiudono nei loro laboratori, gli umani neurok ne approfittano per pianificare la propria liberazione.
Le prime rivolte dei Neurok
Prima della Quinta Alba, i neurok vivevano ai margini del Mar di Mercurio, in villaggi più o meno piccoli e più o meno vicini a Lumengrid, la Sede del Sinodo. Quando non erano impegnati a compiere lavori di fatica per conto dei vedalken, i neurok passavano ore a spostarsi da una guglia all’altra, permettendo alle loro menti di viaggiare libere e alla rabbia nei confronti dei vedalken di crescere.
Quando dopo la Quinta Alba il Sinodo decretò la fine dell’Impero Vedalken, la nascita della Repubblica e la liberazione dei neurok, gli umani assaggiarono per la prima volta una vera libertà, e tra i villaggi si cominciò a respirare un’aria nuova. Guidati da Bruenna, una maga alleata di Glissa e figlia di un ex rivoluzionario che vent’anni prima aveva pagato con la vita le sue idee, i neurok iniziarono a preparare una rivolta come non si era mai vista prima.
Tuttavia i vedalken, preparati, giocarono d’anticipo, massacrando il villaggio di Bruenna e costringendola alla fuga. Questo fu un terribile colpo al morale dei rivoluzionari Neurok, al quale seguì cinque anni dopo il trauma della Scomparsa. Contrariamente a quanto accadeva per i vedalken, tra i neurok la solidarietà era sempre stata estremamente importante. L’improvvisa sparizione di un’intera fetta della popolazione (tra cui di certo leader e informatori) gettò dunque la popolazione neurok nel caos, ed impedì agli umani di organizzare una effettiva insurrezione nei confronti dei loro ex-padroni.
Va inoltre sottolineato un altro dettaglio molto importante che segnò un altro brusco arresto nelle ambizioni dei neurok. Dopo la liberazione, infatti, il Sinodo aveva finalmente riconosciuto la loro dignità di esseri viventi. Qualcuno aveva quindi persino cominciato a credere che presto il Quesito dell’Origine avrebbe richiesto anche l’aiuto dei neurok.
La rinascita dei neurok
Decenni di ricerche forsennate e sconsiderate da parte dei vedalken, furono però sufficienti a cambiare drasticamente le cose. Senza Memnarch a centellinare ogni singola goccia di Siero, i vedalken si sentirono liberi di produrne in enormi quantità, ma questo significò condurre la razza dei Lampidotteri (che già Memnarch aveva in larga parte sterminato allo scopo di produrre Siero) sull’orlo dell’estinzione.
Per tamponare il problema, i vedalken cominciarono a regolarizzare l’utilizzo del Siero. In primis, eliminarono a poco a poco quei caschi e quelle tute colme di Siero dentro al quale galleggiavano. Successivamente, mandarono le loro truppe a requisirlo agli umani, che sebbene ne facessero un uso minore, dipendevano comunque dal prezioso liquido.
Alcuni neurok si rassegnarono quindi all’idea di non aver mai a che fare con il Siero, ma molti altri, ispirati dagli esempi del passato, decisero di agire. Di nascosto, questi neurok cominciarono a riunirsi in società segrete allo scopo non solo di farla finalmente pagare ai vedalken, ma anche e soprattutto di mettere le mani sul Siero. Furti, ricatti, azioni di spionaggio, e persino omicidi e produzione di Siero illegale divennero la norma per moltissimi neurok, pronti a sporcarsi le mani pur di creare un qualche disagio ai vedalken.
I neurok all’attacco
Il successo delle Reti fu talmente ampio ed ebbe un tale consenso da parte della popolazione neurok, che fin dalle prime missioni segrete (cominciate probabilmente intorno al volgere del secolo, quando ormai la crisi del Siero era esplosa in tutta la sua drammaticità) i loro leader si resero conto di avere tra le mani l’opportunità di colpire i nemici senza che questi se ne accorgessero. I vedalken sottovalutarono le Reti, e i neurok ne approfittarono, spingendosi sempre più in là alla ricerca dei segreti più nascosti.
Quando infine le Reti misero le mani sui codici di attivazione e distruzione dei droni custodi, per la prima volta nella loro storia i neurok si trovarono di fronte alla possibilità di cambiare concretamente la propria condizione, liberandosi del tutto dai loro oppressori.
Ne vuoi ancora?
Approfondimento su La Città delle Ombre: Sintetizzando Innistrad, capitolo 2: la Tomba Infernale
Episodio precedente: Phyrexia: storia di un incubo meccanico. La Missione dei vedalken
Prossimo Episodio: Martedì 10 settembre
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