Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Cinquant’anni di stallo

Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Cinquant’anni di stallo

“Una volta chiarito il proprio posto nel mondo, le proprie idee e il proprio scopo, i phyrexiani cominciarono a discutere su quando mettere in pratica l’attacco alla superficie, con che modalità e con quante truppe. Gli anni dello Stallo (o Deadlock), che coprono probabilmente i decenni che vanno dal 4.500 A.R. al 4.558 A.R., servirono proprio ad accumulare risorse e soldati per combattere un conflitto il più possibile breve.” –Lyak, Tessisapere di Vithia

In questo episodio

I phyrexiani discutono se attaccare o meno la superficie di Mirrodin, in un lungo periodo di stallo durato quasi sessant’anni.

L’inizio dello Stallo

Nonostante le insistenze di Vorinclex e Glissa, impazienti di invadere la superficie, nessun altro pretore o thane approvò l’idea di un attacco diretto e immediato ai popoli mirran prima del ’58. Invece, fu preferita una strategia differente. Una guerra nascosta, basata sull’accumulo di risorse ai danni dei nemici e di informazioni riguardanti questi ultimi e le loro debolezze. Privati delle loro risorse e disorganizzati, i mirran non avrebbero potuto opporre resistenza, e sarebbero stati completati con semplicità disarmante. Nonostante ciò, i pretori non rimasero con le mani in mano. Anche durante lo Stallo, infatti, espansero la propria influenza al di fuori del Livello del Nucleo e del Livello Fornace. Questa prima parte del piano di guerra consistette nel modificare la morfologia di Mirrodin per favorire le truppe phyrexiane ed intaccare le risorse dei mirran, provocando al tempo stesso inimicizie tra i popoli della superficie.

Studiando i vulshok e le loro abitudini, le fucine di Urabrask resero inconsistente il metallo lavorato di Oxidda. Privarono quindi gli umani del loro potenziale bellico e provocarono quella guerra che solo l’intervento inaspettato di Koth avrebbe fermato. Nel Groviglio, il neonato apprezzamento degli elfi viridiani nei confronti della natura organica, portò Glissa e Vorinclex a sviluppare la Lamina. Con questo elemento, tappezzarono l’intero Groviglio per rendere estremamente difficoltosi i viaggi terrestri. Nel mentre (segretamente) inviavano bestie in superficie. In parte volevano portarsi avanti rispetto agli altri pretori. In parte, probabilmente, desideravano conquistarsi il favore dei sylvok. Lo scopo, tuttavia, non era quello di stringere un’alleanza, ma distanziare ulteriormente i popoli del Groviglio.

Lo Stallo per Jin-Gitaxias, Norn e Sheoldred

Nel Mar di Mercurio, Jin-Gitaxias pompò litri e litri di Olio Scintillante, attirando immediatamente la curiosità dei vedalken. Questi cominciarono subito a sperimentare con esso, inconsapevoli di stare facendo solamente il gioco di Phyrexia. L’Augure del Nucleo si appropriò persino delle conoscenze degli umanoidi della pelle blu. Pare che sia stato lui a completare i lampidotteri in Atrodotteri. Sempre l’Augure, modificò il loro Siero, annullando quindi il legame tra la Pozza della Conoscenza e i vedalken. La disperata sete di Siero e conoscenza dei vedalken portò quindi moltissimi esponenti di questo popolo ad abbracciare la Grande Sintesi prima ancora dell’inizio dell’Invasione vera e propria.

Elesh Norn fu l’unica a rifuggire il più possibile i contatti con la superficie, preferendo accumulare un vasto esercito di crociati nelle profondità di Mirrodin in attesa di invadere in pompa magna i Campi Taglienti. Più di ogni altro pretore, Norn sfruttò la figura di Karn per i propri scopi, ordinando ai suoi servi di trascrivere ogni suo delirio, ogni suo lamento ed ogni sua parola, inconsapevole che il trono sul quale il Padre delle Macchine era seduto registrava le stesse conoscenze e i pensieri del golem d’argento per conto di Jin-Gitaxias, creatore di quella sedia che di fatto teneva imprigionato Karn tanto fisicamente quanto psicologicamente.

Ma la fazione che più di tutte si dedicò alla corruzione della superficie, pur mantenendo il proposito di rimandare l’invasione fino al momento giusto, fu quella di Sheoldred e degli altri thane. Il Dross, che probabilmente pullulava già di creature native phyrexiane già dai tempi in cui Memnarch dominava da Panopticon, fu volutamente espanso oltre i suoi confini, utilizzando gli eserciti di nim di Geth come untori e contaminatori. Anche questo faceva probabilmente parte di una strategia della Bisbigliante: abituando i nemici a combattere i mostri del Dross, carne da cannone e pedine sacrificabili, sarebbe riuscita a coglierli di sorpresa nel momento in cui l’esercito vero e proprio fosse uscito dalla Lacuna Nera. Inoltre, più il Dross si espandeva, e maggiori erano le possibilità di ottenere ampie porzioni di territorio, strappandole ai pretori avversari e agli stessi thane.

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Approfondimento su Mtg Loreweavers Ita: Sintetizzando Innistrad, capitolo 3: demoni alla riscossa
Episodio precedente: Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Le fazioni di Jin-Gitaxias, Urabrask e Vorinclex
Prossimo Episodio: Martedì 11 febbraio

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