“Già dopo la Quinta Alba c’era stato un fenomeno di pre-Scomparsa che aveva interessato soprattutto il Groviglio e in particolare gli elfi di Tel-Jilad. Le sue “vittime”, però, erano state notevolmente inferiori, ed era stato considerato una conseguenza della fuoriuscita del Sole Verde dal Radix, luogo già noto per far sparire le persone.”– Lyak, Tessisapere di Vithia
In questo episodio
Dopo la Guerra dei Livellatori, gli elfi di Tel-Jilad scoprono un terribile inganno inciso sulle pareti del loro albero sacro.
Il Sole Verde su Tel-Jilad
A partire dalla notte in cui Glissa era scomparsa durante un attacco dei livellatori, un esercito di macchine mortali di Memnarch e dei vedalken aveva invaso il Groviglio. Gli elfi, costretti ad abbandonare il loro stile di vita riservato e pacifico, imbracciarono quindi le armi. L’esempio più palese di questo cambiamento si può vedere in Lyese Sunseeker, la sorella minore di Glissa. Da ragazzina spensierata qual era, interessata più a far colpo sugli elfi della sua età che alla caccia e alle armi, si trasformò in poche settimane in una guerriera dagli atteggiamenti violenti e combattivi. Lyese si nutrì del rancore verso Glissa, quella sorella che, a suo modo di vedere, aveva tradito il suo popolo, lasciandola da sola ad assistere impotente alla morte dei loro genitori e dei loro amici.
Il risentimento nei confronti di Glissa si diffuse così in fretta, che quando la giovane elfa tornò a casa dopo la Quinta Alba, scoprì di essere ritenuta una traditrice ed una codarda da gran parte della sua tribù. Glissa dimostrò che le cose non stavano così, ma certe convinzioni non muoiono facilmente. Le accuse di tradimento, tornarono infatti a galla quando l’elfa scomparve di nuovo, solamente pochi giorni dopo aver coinvolto i suoi compagni in una guerra sanguinosa che già aveva portato sull’orlo dell’estinzione i troll, segnando quindi un vuoto di potere all’interno di Tel-Jilad. Per cinque anni gli elfi combatterono la guerra che Glissa aveva scatenato e che Lyese aveva portato avanti durante la sua assenza, convinti dai più anziani tra loro che alla fine le loro sofferenze sarebbero state ripagate, e che presto la cultura di Tel-Jilad sarebbe rifiorita. Purtroppo, la Scomparsa segnò la fine di queste speranze.
Gli elfi di Tel-Jilad dopo la Scomparsa
Quando metà della popolazione degli elfi viridiani svanì nel nulla, coloro che rimasero si ritrovarono improvvisamente caricati di responsabilità delle quali fino a poco prima si occupavano altre persone. Per mantenere unita la comunità, gli elfi cercarono di tornare allo stile di vita che portavano avanti prima della Scomparsa, chiudendosi in sé stessi e isolandosi sulle loro case in cima agli alberi. Come accaduto in altre circostanze, anche tra gli elfi furono i guerrieri a prendere in mano la situazione e a rispondere all’emergenza. I prescelti di Tel-Jilad in particolare, che da sempre erano voci importanti ed ascoltate all’interno delle comunità elfiche, mantennero la popolazione al sicuro, inviando esploratori in giro per la foresta alla ricerca dei loro cari scomparsi o dei veri leader del Groviglio, ossia i pochi troll che Kaldra non aveva ucciso.
Presto, però, fu chiaro che la Scomparsa aveva richiesto un prezzo altissimo agli abitanti della foresta. Anche i sylvok lamentavano la sparizione improvvisa dei loro compagni, e dei troll non vi era più alcuna traccia da nessuna parte. Nel tentativo di ritrovare i troll, i Prescelti infransero il più importante tabù della loro razza, e si addentrarono nelle profondità di Tel-Jilad, scendendo fino alla sua base. Riscoprirono così la loro storia più recente, quella che i troll avevano inciso sulle pareti dell’albero, ma una volta raggiunta la base, si trovarono di fronte alla prova del tradimento dei loro ex compagni: le origini della razza elfica erano state cancellate dalla stessa mano che aveva scritto tutto il resto della loro storia.
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