Saluto tutti i lettori di questo sito, per prima cosa ringrazio Clepshydra che mi ha concesso questo spazio per parlare della mia recente esperienza all’Open, poi mi presento, mi chiamo Francesco (GerrardCapashen su Arena) e sono giocatore di Magic da talmente tanto tempo da ricordare cose come il LURP, il mana burn e i danni in pila prima di essere prevenuti. Dovrei aver cominciato con qualche espansione compresa fra Ice Age e Mirage, non ricordo bene quale, anche se in realtà gioco a magic semicompetitivo solo da 5-6 anni, in particolare mi sono appassionato al Limited, per cui non potevo perdermi il primo Open dedicato al Limited della storia di Arena.
Il day 0
La mia storia in realtà comincia una settimana prima, per via di due eventi, una settimana intensiva di testing e coaching assieme al mio gruppo di appassionati di limited, l’Ambush Party, che è stato ospitato diverse volte qui, e un trasloco che mi ha lasciato senza linea fissa, costretto ad appoggiarmi unicamente sul cellulare. Perchè ve lo racconto, chiederete voi? Semplice, perchè sabato mattina, poche ore prima dell’inizio dell’open perdo il cellulare. Per farvi capire la mia dedizione al gioco, nonostante ne avessi bisogno per motivi lavorativi, sociali, e di necessità domestiche, il primo pensiero per tutto il tempo necessario che mi è servito per denunciare lo smarrimento della sim, farmela sostituire in un centro aperto di sabato pomeriggio dall’altra parte della città nel bel mezzo della pandemia e recuperare un nuovo cellulare è stato al fatto che questo sfortunato incidente avrebbe rovinato tutti i preparativi della settimana per l’Open.
Fortunatamente sono riuscito a risolvere tutto nel giro di un pomeriggio, e appena tornato nell’umana civiltà, nonostante la devastazione mentale in cui mi trovavo ho speso le mie sudate gemme accumulate in tanti BO3, e mi sono iscritto (formato BO1, seguendo i suggerimenti di PVDDR e Frank Karsten), aprendo il mio pool. Era orribile, le rare erano tutte unplayables, il verde offriva mille effetti di fight e una sola creatura (mai visto in mille prerelease), e gli altri colori non erano meglio, ho dovuto giocare 4 colori solo per avere una curva decente di creature vaniglia e qualche rimozione. Decisamente sabato non è stato il mio giorno fortunato. Ovviamente è finita 0-3.
Vado a dormire molto demoralizzato, contento solo perchè due dei miei compagni di preparazione, Giovanni e Francesco Paolo erano riusciti a fare day2.
Il day 1
La mattina dopo ero abbastanza convinto a mollare, poi per voglia di rivalsa decido di comprare qualche gemma e fare un secondo tentativo a mezz’ora dalla scadenza delle iscrizioni, stavolta in BO3, seguendo l’ispirazione del momento e il desiderio di giocare il formato più fedele al gioco cartaceo, nonostante le minori chances.
Il pool stavolta era discreto, seppur non banale, conteneva diverse carte interessanti in diverse combinazioni di colori, mi rendo conto di non avere a disposizione il fixing per giocare tutto, e son costretto a fare delle scelte, fra l’altro per la fretta non ho il tempo di fare consultazioni e tentativi vari. Mi pare lampante che il verde debba essere il colore principale, sono più indeciso sul colore secondario, ma scelgo il nero che mi offre una mitica, un discreto set di removal e mi limito a splashare una singola rimozione rossa, il mana me lo consente agevolmente ma non mi va di osare oltre. Un respiro, un ultimo sguardo al deck, e si va, con poche speranze ma neanche niente da perdere.
Al primo match una piccola sorpresa, riconosco il nick, è l’avversario che poco prima aveva impedito la qualificazione dell’ultimo membro del nostro gruppo di coaching, Simone, mi impegno a vendicarlo. Purtroppo la cosa serve a poco, visto che il mazzo è diverso, evidentemente era un’altra run. Il mazzo, come lo chiamiamo noi nel gruppo, è il classico RB “31 dicembre”, ha una quantità di removal spaventosa, le mie creature hanno tutte breve vita, con due eccezioni, gli Icehide Troll che si rivelano gli eroi del match, nonostante siano semplici comuni. Mi permettono di vincere abbastanza agevolmente G1 con l’assistenza degli Sculptor of Winter a fornire ulteriore mana innevato, mentre G2 si rivela più complicato, dopo una buona partenza aggressiva che lo riduce a pochi punti vita, l’avversario ha Immersturm Predator che con qualche segnalino già addosso tiene a bada da solo i miei due troll. Io ho solo 4 mana innevati a disposizione, per ucciderlo avrei bisogno di doppia attivazione, ma decido pazientemente di portare a casa la partita con doppio attacco e singola attivazione facendo 2 danni alla volta, ero sicuro che altrimenti sarei caduto preda dei suoi removal. La partita finisce con l’avversario che decide invano di sacrificare il drago con Village Rites cercando una possibile soluzione al problema dei due troll.
Il secondo avversario gioca un esper volanti con alcune carte molto forti quali Doomskar e il Draugr Necromancer, ma complessivamente non mi impressiona troppo, in entrambi i game la sua curva di giocate si rivela troppo clunky e la mia partenza aggressiva lo costringe a fare diversi trade sfavorevoli, ancora una volta uno dei Troll porta a casa la partita sopravvivendo alla wratta prima dell’attacco finale.
La terza è la partita più epica della run, gioco contro un mazzo a base GW pieno di “ciccioni”, clarion spirit e pacifismi, anche lui gioca almeno due Icehide Troll, il che porta a diverse situazioni di stallo. Vinco la prima partita grazie a una buona idea: pressato dai token del clarion spirit “suicido” il Koma’s Faithful in un chump attack, guadagno 3 utili punti vita e spero che fra le carte macinate ci sia la mia mitica, l’Eradicator Valkyrie ( o almeno di avvicinarla), la valchiria, chiamata, si presenta proprio fra le carte macinate, io col mio rianimino la pesco e la gioco immediatamente, portando a casa G1 per via aerea. G2 si rivela più complicato, i miei troll vengono pacifizzati, nonostante l’inserimento di side appositi (un secondo Priest of the Haunted Edge), non riesco a fermare i suoi, e arriviamo a G3. Zero terre. Mulligan. Una terra. Doppio mulligan. Inizio a consultare i santi sul calendario, poi l’illuminazione: la partita è durata tanto e l’avversario è stato più lento di me, se riesco a giocarla più conservativamente che posso, ho speranza di vincerla di cronometro. Ovviamente è più facile a dirsi che a farsi, con due carte in meno (anzi tre, sono on the play), rimango presto indietro, riesco a tenere botta ma la situazione è dura. Fortunatamente l’avversario non sembra essersi accorto del cronometro e si prende i suoi tempi per pensare, a un certo punto penso si stia prendendo gioco di me, perchè è letale, ma dimentica un equipaggiamento disponibile e non ne approfitta… strano, finora si era dimostrato un avversario attento, ma una distrazione capita a tutti. Il tempo scorre via, ho l’adrenalina a mille temendo un’ultima rimozione prima del gong, ma invece il tempo scade e lui non riesce a concludere l’ultimo attacco in tempo… esulto come un pazzo e si va al g4, per la prima volta vedo il day 2!!!
Il quarto match è un mirror, anche lui gioca GBr, vinco facilmente G1 perchè lui rimane in mana screw a due terre, in G2 scopro che il mirror match è ancora più mirror, anche lui ha l’Eradicator Valkyrie, io non vedo la mia, non vedo rimozioni né altri modi per ribaltare la race, e perdo rapidamente. Il mazzo dell’avversario complessivamente non mi pare irresistibile, devo solo stare attento alla Valchiria, in G3 mi conservo le rimozioni in caso di emergenza, ma non è necessario, lui non la vede e io la porto a casa agevolmente con i miei ciccioni, Karfell Kennel-Master, Rootless Yew e Ravenous Lindwurm… non ci credo ma sono al Day 2 a un’ora dall’inizio dell’evento!
La tensione accumulata nel terzo match si fa sentire, appena mi rilasso sono preso dal mal di testa, mi faccio forza e provo a mangiare qualcosa e riposare un po’ nell’attesa, cercando di trovare lo stato mentale giusto, sono davvero soddisfatto di come ho giocato, in genere sono un giocatore vulnerabile a errori di impulsività e distrazioni, stavolta sono riuscito a mantenere la guardia alta fino all’ultimo e devo riuscirci ancora.
Il day 2
Appena l’evento è accessibile sbusto, e sono davvero soddisfatto, il pool è ricco, offre diverse possibilità di montare il mazzo, ma è chiaro che lo scopo finale è fare un mazzo a base verde che giochi tutte le carte più forti, basato su carte come Svella, Ice Shaper e Path to the World Tree, due staples del limited di Kaldheim, per poi giocare bombe come Draugr Necromancer e Odin… ehm, Alrund, God of the Cosmos e payoff neve come Spirit of the Aldergard. Inizialmente sono attratto da alcune buone creature rosse, ma poi discutendone con Simone decidiamo che queste sono più votate a un piano aggressivo, mentre il blu è più sinergico al piano grindy del verde. Un’ulteriore consulenza con Giovanni e il mazzo definitivo è il seguente:
Lo consideriamo tutti un buon mazzo, sulla carte complessivamente superiore a quelli disponibili in base ai pool sbustati dai miei compagni d’avventura Giovanni e Francesco Paolo, e probabilmente anche superiore ai mazzi visti al day1, per cui pur sapendo che il percorso sarà duro sono abbastanza fiducioso di poter fare quantomeno bella figura. Provo a riposare un po’ prima di cominciare, visto che sono ancora molto stanco dall’impresa della mattinata e dalle fatiche del giorno precedente, ma non posso temporeggiare troppo… si va!
Il primo match è contro un avversario che gioca un mazzo simile al mio, un Naya midrange. L’inizio non è dei migliori: doppio mulligan! Ma dopo un istante di smarrimento mi rincuoro, anche l’avversario ha fatto doppio mulligan, il match è tutto da giocare, siamo ancora alla pari. Comincio con Svella ma viene subito fulminata da un Demon Bolt… un po’ è stato un rischio, ma dopo il mulligan speravo l’avversario non avesse a disposizione subito una rimozione, e poi a quel punto sviluppare il mana con la prima abilità di Svella avrebbe svoltato il match. La partita prosegue lentamente ma il guaio arriva poco dopo, l’avversario gioca la sua prima rara, Showdown of the Skalds, e tira fuori due terre e due drop a 2, traendo fuori il massimo dalla saga… quattro carte son tante normalmente, a maggior ragione quando il numero di carte pescate è inferiore… per fortuna il mio Depart the Realm azzera buona parte dei segnalini, ma inizio molto indietro. Appena la saga ha terminato il suo effetto Il mio Cyclone Summoner resetta la situazione, ma anche lui gioca i suoi bestioni e la partita rimane in fase di stallo. Improvvisamente potrei avere vittoria istantanea duplicando il Summoner con Moritte of the Frost, ma appena pesco Moritte l’avversario topdecka removal per il Summoner, rimasto indenne in campo per diversi turni, e subito lo uccide ignaro di aver appena garantito la sua salvezza. La partita si prolunga e a deciderla è un’altra saga, Waking the Trolls… la board colpo dopo colpo si è liberata e i suoi quattro troll fanno la differenza… Alrund da solo li tiene a bada per un poco ma alla fine il game è perso. Ancora una volta noto il cronometro, manca poco e ho 10 minuti di vantaggio, potrei vincere ancora alla stessa maniera del terzo match di Day 1. Il suo sideboarding è lungo, a posteriori credo che ben lungi dal trascurare il fattore tempo abbia fatto qualche trasformazione per rendere il mazzo più offenivo, ma l’evolvere di G2 mi sconvolge: fa una scurvata inziando con un drop a un mana bianco (Usher of the Fallen) e conclude con un drop a 5 a doppio mana verde (Rootless Yew) passando per il solito Demon Bolt (rosso) sul mio primo difensore senza alcun problema di mana colorato, scambiare il mio Draugr Necromancer con un ragno qualsiasi non serve a niente, di nuovo Waking the Trolls chiude la partita… gli dei di Magic che mi hanno favorito in mattinata evidentemente vogliono così, mancavano due minuti dallo scadere della clessidra, una partenza più normale del lento mazzo midrange che avevo visto in G1 non sarebbe mai bastata.
Ho ancora speranza, in fondo il mazzo è solido e se ho perso la prima dovrei essere accoppiato con un altro sconfitto, o almeno spero, gli algoritmi di pairing su Arena mi sono molto oscuri. L’inizio è incoraggiante, l’avversario (un Esper) parte lentamente e passa tempo a pescare mentre le mie creature lo inziano ad aggredire, poi vedo che l’avversario ha un numero di rimozioni pari a quelle del primo avversario della mattinata, e tutte molto efficienti, un vero “tribale removal”. Pazientemente gioco le mie creature sperando che sopravvivano al fuoco avversario, uccido i suoi muri e un Egon, God of Death,ed evito di overcommittarmi alla board, il mazzo molto controlloso dell’avversario e qualche sua giocata mi fanno sospettare che abbia una wratta a disposizione nel suo pool, i colori lo consentono. Invece a sorpresa quando la vittoria sembra ormai vicina, uno Starnheim Unleashed da 5 angeli mi sbarra la strada, è costretto a farne morire qualcuno per difendersi, ma alla fine i token, dotati di cautela portano a casa la partita, perdo per la seconda volta consecutiva da un esercito di token 4/4. Nella pausa fra i game capisco che il mazzo dell’avversario, a prima vista non eccellente, ha i canoni del perfetto mazzo di controllo da costruito, un mucchio di rimozioni, una possibile wratta, e una win condition imbattibile che è sempre sicuro di trovare grazie ai suoi peschini (2 Behold the Multiverse e 2 Glimpse the Cosmos, rigiocabili grazie a qualche gigante nel mazzo)… raramente in sealed si vedono mazzi così coerenti. Cerco risposte, l’ideale sarebbe un counterspell da tenere in attesa di Starnheim Unleashed, ma non ne trovo, mi abbasso leggermente la curva e decido di tenere il Summoner come risposta per i token anziché giocarlo per aggredire, l’ETB è l’unico modo per rispondere alla spell mitica, mentre il body non è troppo utile, visto che sarebbe facilmente sistemato da una rimozione. Ma il copione di G1 si ripete, cerco di essere più aggressivo possibile, pur non esponendomi troppo alla wratta (che alla fine scopro esistere veramente, era Doomskar), non vedo il Summoner quando lui finalmente gioca la sua mitica, e cedo a una delle leggi non scritte di Magic: Control batte Midrange. Il mazzo era molto forte, ma sicuramente il mio era attrezzato male per lo scontro, probabilmente rigiocando 20 partite ne avrei perse 21, forse una sidata più estrema, portando dentro il rosso sarebbe potuta servire, ma temevo che nella fretta con la scomoda interfaccia del builder di Arena il mazzo sarebbe stato costruito male. Chiudo con un po’ di amarezza ma senza grossi rimpianti, e poi tutto sommato arrivare al Day 2, soprattutto nella maniera rocambolesca che ho raccontato è già un grosso risultato.
Conclusioni
Cosa rimane di questa esperienza? Sicuramente la soddisfazione di aver ottenuto quello che per il mio livello è e rimane un buon risultato, la consapevolezza di aver giocato un buon Magic al day 1, in cui con un pool sicuramente discreto, ma non da vittoria automatica, ho saputo tirare il massimo da ogni giocata, mettendo a frutto tutta la mia esperienza e la conoscenza del gioco, e compensando con impegno e determinazione alle mie lacune nel reggere la tensione. Ma più di tutto mi porto a casa l’aver condiviso quest’avventura con i miei compagni Simone, Francesco Paolo e Giovanni dell’Ambush Party (che qui ringrazio per avermi tenuto compagnia e per l’aiuto nella preparazione), non vedo l’ora di avere un’altra chance in questo formato, possibilmente anche in cartaceo, come nei vecchi PPTQ, e spero che il mio lungo racconto sia di ispirazione e incoraggiamento per quanti di voi vogliano provare la strada per i 2000 bigliettoni al prossimo giro di giostra.
Ne vuoi ancora?
La curva del mana nel 2020? Ma ancora?
What’s the Pick? – Kaldheim#3