Nell’altro articolo scrissi che Arena non è un buon posto per il giocatore Timmy, giocatore che vuole soprattutto divertirsi e preferisce la socialità e l’emozione che il gioco offre piuttosto che la competizione.
Questo sia perché Arena è principalmente uno spazio “competitivo” (non nel senso che il livello medio è quello di un Pro Tour ma nel senso che bene o male c’è sempre qualcosa in palio) sia perché il sistema di risorse adottato dal gioco non favorisce sperimentazioni, soprattutto se non si ha intenzione di investire denaro.
Nonostante resti assolutamente convinto di ciò che ho scritto mi sono accorto, leggendo i commenti, di aver tralasciato un paio di cose:
1) Che non ho fornito soluzioni alternative al netdecking per migliorare come giocatore.
Difatti giustamente qualcuno ha detto che non riesce proprio a giocare con deck fatti da altri, è più forte di lui. Quindi, anche se si rende conto che è sicuramente una strada per migliorare, non la percorrerebbe perché vedrebbe come un sacrificio quello che dovrebbe essere un divertimento. In sintesi, non è il suo modo di giocare.
2) Che su Arena è possibile ottenere risultati discreti anche senza deck “mainstream”.
Non è infatti un segreto che per arrivare al rank Mythic basta, oltre alla dedizione, un win rate anche del 55%.
Una percentuale che è possibile raggiungere anche solo “avendo le mani” (slang per indicare il possesso di capacità minime di gioco) e un deck costruito almeno con un certo criterio, non per forza un top tier.
Ovvio che il discorso è diverso se invece si tratta di eventi come la Metagame Challenge o il MCQW, ma di quello parleremo magari un altro momento.
Quindi mi è venuta voglia di scrivere questo articolo per integrare quello precedente e provare a spiegare quale potrebbe essere un percorso alternativo al netdecking per migliorare come giocatore.Prima di dare quelli che credo siano buoni consigli però, vorrei spendere qualche parola sui cosiddetti profili psicografici. Che vengono usati dai game designers per orientarsi nella creazione delle carte di un determinato set ma che noi useremo per conoscerci meglio e capire cosa vogliamo da Magic.
– Timmy/Tammy, Johnny/Jenny e Spike
Timmy, che ormai conosciamo, è il giocatore che desidera principalmente godersi l’esperienza che gli offre Magic.
Quando vede una carta nuova, la prima domanda che si farà sarà “Come può farmi divertire?”.
È colui al quale non interessa se il costo è eccessivo o se c’è di meglio. A lui piace e la vuole giocare.
Le carte Timmy tendono ad essere grandi creature o spell con grandi effetti.
In M20 una carta Timmy è la Voracious Hydra.
Attenzione: anche se la descrizione di questo profilo (e il nome) può richiamare l’immagine del ragazzino che ha appena iniziato a giocare, questo non è sempre vero. Ci sono tanti giocatori che continuano ad essere orgogliosamente Timmy anche dopo anni e anni di Magic, semplicemente perché è così che gli piace giocare.
Johnny, invece, è il giocatore che vuole principalmente che il suo deck sia un’espressione di se stesso.
Vuole vincere, si, ma a modo suo e con il suo stile.
Quando vede una carta nuova, la prima domanda che si farà sarà “Come posso utilizzarla?”.
E’ convito che quella determinata carta sia solo apparentemente inutile e basterà solo ingegnarsi per trovare il modo di utilizzarla.
Le carte Johnny sono carte che hanno effetti unici e in grado di rendere i deck particolari e interessanti.
In M20 una carta Johnny è Field of the Dead.
Spike, infine, gioca per vincere e si diverte vincendo. Il suo desiderio principale è competere.
Quando vede una carta nuova, la prima domanda che si farà sarà “Che impatto avrà sul meta?”.
È colui che valuta soprattutto l’efficienza e l’efficacia di una carta, proiettandola in un potenziale cambiamento del meta attuale.
Le carte Spike sono le carte dal power level alto ed evidente, che trovano subito posto nei deck tier.
In M20 una carta Spike è Risen Reef .
Bene, una volta detto questo non resta che capire che tipo di giocatori siamo e cosa desideriamo dal gioco.
Fermo restando che nessuno di noi è scolpito nella pietra e che possiamo cambiare “profilo” anche in base al sentimento del momento.Se il nostro desiderio è migliorare come giocatore però bisogna prendere in considerazione una cosa: per quanto non ci sia nulla di male ad essere orgogliosamente Timmy, è evidente che gli altri due profili presentino un feeling migliore nei confronti di Arena.
Come abbiamo detto all’inizio però, non è strettamente necessario diventare Spike, giocare top tier e netdeckare per avere risultati che uniscano vittoria e divertimento.
Si può comunque restare se stessi.
A questo punto non resta che cercare di capire qual è il percorso da intraprendere per crescere come giocatori.
Ecco i miei consigli:
– Imparare: se hai appena iniziato, il primo consiglio è imparare le basi.
A tal proposito c’è una guida utilissima, completa e in italiano redatta da un pro del calibro di Reid Duke.
Lo anticipo, è lunga. Ma lo sforzo ripaga.
– Leggere: non apprezzo molto chi dice che la cosa migliore è fare “tanta pratica”.
Se mi metti di fronte a un motore smontato, ci posso stare pure 100 anni a fare pratica, non lo rimonterò mai come si deve. Prima dovrò acquisire delle nozioni e farle mie.
Di conseguenza il secondo consiglio è “giocare meno, giocare meglio”. Se hai due ore di tempo per giocare, dedica almeno una mezzora a leggere qualche articolo su uno dei siti più famosi. Ti aiuterà a capire i ragionamenti dietro determinate scelte. Solo così potrai acquisire una forma mentis sensibile al gioco.
– Osservare: Twitch e youtube sono pieni di trasmissioni e video utili, cerca solo (almeno inizialmente) di seguire un giocatore e non un intrattenitore.
– Chiedere: se hai un dubbio, chiedi. Una domanda non è mai stupida (tranne quando la risposta è già sulla carta).
– Ammettere: se la tua creazione non riesce ad esprimere un buon gioco e mantiene un winrate basso anche dopo ore di test, probabilmente o c’è un’idea sbagliata alla base o non hai ancora acquisito la giusta padronanza del gioco.
La cosa peggiore che si può fare è non ammettere le mancanze (proprie o del deck) e prendersela con gli avversari o con i loro deck.
La cosa migliore invece è cercare di capire dove si ha sbagliato e farne tesoro per il futuro.
Alla prossima!